S. Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria

Sir 44,23g-45,2a.3d-5d; Sal 15 (16); Eb 11,1-2.7-9.13a-c.39-12,2b;Mt 2,19-23 oppure Lc 2,41-49

 

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. (Lc 2,46a.48-50)

 

Ritorna qui il tema dell’assenza. Il figlio perso durante quei tre giorni, carichi di significato simbolico. Come Giuseppe e Maria, anche noi facciamo giorni di cammino, sicuri che Gesù è nella carovana; non possiamo concepire un Gesù che si allontana da noi. Poi come loro ci sorprendiamo: ti cercavamo angustiati! Perché ci hai fatto questo?.

La risposta di Gesù è ancora più sorprendente: Non sapevate? No, non sapevamo! Con Giuseppe e Maria stiamo imparando. La fede, la fiducia, suppone sempre un itinerario. Proprio come credenti essi maturano la loro fede attraverso perplessità, angustie e allegrie. Giuseppe e Maria, sebbene “intimi” di Gesù, non sono esenti dal processo, a momenti difficile, che porta alla comprensione dei disegni di Dio.

 

Preghiamo

 

Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa

e non permettere che mi domini alcun male.

Riscattami dall’oppressione dell’uomo

e osserverò i tuoi precetti.

Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo

e insegnami i tuoi decreti.

(Salmo 118)

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