Esd 9, 5-15; Sal 105; Lc 13,34-35
"Signore, Dio d’Israele, tu sei giusto, poiché ci è stato lasciato un resto, come oggi: eccoci davanti a te con le nostre mancanze, anche se per questo non potremmo reggere davanti a te!" ( Esd 9)
Un piccolo resto di Israele torna a Gerusalemme; Dio lo accompagna e lo salva da pericoli ed insidie, ma il popolo porta con sè le sue infedeltà e il sacerdote Esdra prega il Signore di non rifiutare qual piccolo gregge. Il popolo si è mescolato con altri stirpe e il popolo eletto ha cambiato un poco la propria fisionomia. Per Esdra c’è il timore di una condanna di Dio per non aver mantenuta integra la loro identità. Forse il disegno di Dio è di fare del suo piccolo popolo un popolo ricco anche di differenze, non conta l’appartenenza etnica, ma la fedeltà del cuore e l’adesione alla promessa di fede.
Non è la fedeltà dell’uomo che mantiene il rapporto con Dio, è la fedeltà di Dio all’umanità che alimenta questa relazione. Gesù ci dice che Dio è come una chioccia che raccoglie i suoi pulcini sotto le ali.
Preghiamo col Salmo
L’ira del Signore si accese contro il suo popolo
ed egli ebbe in orrore la sua eredità.
Ma egli vide la loro angustia,
quando udì il loro grido.
Si ricordò della sua alleanza con loro
e si mosse a compassione, per il suo grande amore.