At 28,16-28; Sal 96(97); Rom 1,1-16b; Gv 8,12-19
“… se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”. (Gv 8,19)
Gesù sa da dove viene, dove va e dove ci conduce. Conoscere lui significa conoscere il Padre. Questa conoscenza ci verrà consegnata sul Golgotha, lì ci mostrerà cosa significa per Dio amarci sino alla fine (Gv 13,1). Lì la lampada viene posta “sul candelabro e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5,15). Tutto viene attirato a lui in quell’ora, in cui la luce splende nelle tenebre e tutti “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37). Questa è la “potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”. Questo è il Vangelo. Il velo della morte, che ci copre il viso, viene tolto e strappato (Is 25,7ss). Il Crocifisso è la nostra guarigione. Guardando lui, finalmente, possiamo vedere con gli occhi, comprendere col cuore, convertirci ed essere guariti. Convertirsi cioè “volgere lo sguardo”. Bonhoeffer, testimone di Cristo davanti al nazismo, Diceva:”solo chi crede obbedisce, solo chi obbedisce crede”. Il Figlio suscita in noi l’obbedienza della fede di cui parla Paolo. Non solo fede, perché non bastano ragione, volontà e sentimento. Non solo obbedienza poiché non basta eseguire come servi, ma amare come figli.
Preghiamo
Tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dei.
(dal salmo 96)