1Tm 6, 1-10; Sal 132; Lc 24, 44-48
Si deve accettare integralmente il vangelo e non seguire il proprio orgoglio da cui deriva ogni male. (1Tm 6)
L’apostolo Paolo sollecita il discepolo Timoteo a prendere sul serio il vangelo in ogni condizione di vita, persino lo schiavo deve agire correttamente, e nessuno può arrogarsi il diritto di insegnare in nome di Gesù ciò che invece non è conforme alla parola divina. E, nella consapevolezza che nulla abbiamo portato in questo mondo e nulla possiamo portarci via, si deve deporre ogni ingordigia ed accontentarsi nelle condizioni di vita in cui ci si viene a trovare. Ben ricordando che l’avidità di denaro è la radice di tutti i mali e per conseguire potere e denaro si distruggono valori e cammini di fede.
Le parole di Gesù, rivolte ai discepoli dopo la sua resurrezione, sono un’ulteriore affermazione delle veridicità di quanto accaduto al Figlio di Dio. La sua morte non è avvenuta per caso, nè come imprevisto incidente, ma tutta la Scrittura dei tempi antichi aveva preparato a tale evento salvifico che fonda il disegno divino della salvezza umana.
I discepoli e la Chiesa altro non devono predicare e testimoniare che il mistero della Pasqua, sorgente di vita nuova e di salvezza per tutti.
Preghiamo col Salmo
Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!
È come la rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre.