IV giorno dell’ottava di Natale – Ss. Innocenti Martiri

 

 

Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18

 

«Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».              (Mt 2,13)

 

Una incredibile contraddizione defigura l’uomo, e lo trasforma da custode della vita in un “Erode crudele” che non si ferma neppure di fronte all’innocenza dei bambini. Piccoli germogli che con tenerezza ti indicano la vita che nasce e che tenacemente desidera crescere. Ma c’è un Erode nelle pieghe della storia che non si lascia dissuadere nemmeno da una tenerezza così primordiale e immediata. E così i giornali ti riversano un mare di sofferenza innocente: Bosnia, Meninos de Rua, Beslan, Afghanistan, Siria… Il Vangelo ci chiede di stare sempre dalla parte di chi è fragile ed ultimo. Ancora oggi molti bambini che vivono in certi paesi del mondo, continuano ad essere nelle mani di persone senza coscienza e violati nella loro dignità. La Parola evangelica ci chiede di reagire con fermezza contro ogni Erode! Ogni volta che vorremmo “strappare” quelle pagine della Parola di Cristo che ci sembrano chiedere troppo, anche dentro la nostra vita, riecheggia talvolta con prepotenza quell’Erode che vuole togliere di mezzo Gesù. Anche nelle nostre scelte, ci ritroviamo come dentro un agguato e  un’improvvisa prepotenza scaccia la mitezza che Cristo ci ha insegnato. Nelle nostre parole quotidiane, “Erode” viene fuori quando i nostri interessi prendono il sopravvento sulla verità, quando l’arroganza e la presunzione smorzano il desiderio di accostarsi alla Parola con il gusto di imparare davvero. Dovremmo custodire e difendere la presenza di Cristo in noi dagli agguati, che portano nomi diversi e trappole inedite.

 

Preghiamo

 

La potenza del tuo amore
si dimostri ancora una volta più grande
del male che ci minaccia.
 

  (Beato Giovanni Paolo II)

 

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