Dt 24,17-22; Sal 9; Rm 14,1-9; Mt 12,1-8
In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato”. Ma egli rispose loro: Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell‘uomo è signore del sabato”. (Mt. 12,1-2.7-8)
Gesù viene a questo mondo, ci ricorda e manifesta pienamente come è il Padre e pone speciale attenzione in gesti e parole che rivelano la sua incommensurabile misericordia.
Il discepolo di Cristo è chiamato a imitare la invincibile tenerezza del Signore; per questo non può stancarsi con nessuno, né può chiudere il suo amore e la sua mano. Gesù ci offre la vita: una qualità di vita che si sforza di superare i limiti delle rivalità e contrasti, per accedere all’amore e alla comprensione, liberi dalla violenza e le invidie, capaci di sanare le ferite e non infliggerle, iniettando nella comunità e nella società una maniera di vivere più umana.
“Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” Lc 6,36.
Preghiamo
Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?
Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore.
dal Salmo 15)