Is 5,1-7; Sal 79; Gal 2,15-20; Mt 21,28-32

 

Non è sufficiente aderire alla volontà di Dio solo con tante parole, occorre la sollecitudine e la verità dei fatti. (Mt 21)

 

Il richiamo di Gesù al suo popolo che tarda a convertirsi e non crede alla rivelazione è rafforzato proprio dalla paradossale promessa che ad entrare nel regno dei cieli possano essere pubblicani e prostitute che, pur con una vita lontana dalle devozioni del tempio, sono stati capaci di ravvedersi e di capire il senso profondo della vita.

Senza conversione seria e operativa, non entreremo nel regno e non ci saranno scuse nè vane giustificazioni che potranno cambiare la situazione. Dio solo conosce il nostro cuore, al di là di ogni apparenza, e l’apertura alla grazia è nelle mani di Dio che, comunque e sempre, guarda a noi con misericordia, amandoci fino alla fine.

Il tono severo con cui Isaia ci trasmette la parola di Dio contro il popolo degli eletti, colpevole di infedeltà alla parola data al Signore, vuole proprio indicare l’impegno da porre nella gestione della libertà che Dio ci ha donato e che richiede risposte responsabili.

 

Preghiamo col Salmo

 

La vigna del signore è il suo popolo.

Dio degli eserciti, ritorna!

Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,

proteggi quello che la tua destra ha piantato,

il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

 

 

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