At 13,44-52; Sal 41(42)42(43); Gv 7,25-31

 

…ma chi mi ha mandato è veritiero e voi non lo conoscete.        (Gv  7,28)

 

Il vangelo di Giovanni, che è il più esplicito e, paradossalmente, il più mistico, è tuttavia anche il più conflittuale. Tanto è chiaro Gesù, nel rivelare sé stesso, tanto è lucido nel rispondere e smascherare i suoi oppositori. Sa suscitare reazioni, è un provocatore nato. Le sue parole, come l’acqua, possono dissetare o fare annegare, come il fuoco possono dare calore o incenerire. Tutto dipende da come noi ci poniamo di fronte a lui. Quelli che lo respingono presumono di sapere già tutto di lui, e così facendo non si giudicano degni della vita eterna (I lettura). Non lasciano emergere, dalla loro anima, la sete del Dio vivente e il desiderio del suo Volto, che proprio tutta la Scrittura, Legge e Profeti, vuole suscitare. Deponiamo la presunzione di sapere già tutto su Gesù. Permettiamo alla Scrittura di comunicarsi come Parola viva del Dio vivo.

 

Preghiamo

 

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,

così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?                        

   (dal salmo 41)

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