Gen 18,1-15; Sal 118 (119); Pr 7,1-9.24-27; Mt 6,1-6

Mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt. 6.3.6)

Continuiamo, condotti da Gesù, verso una fede bella, libera. Anche il gesto di solidarietà e la preghiera devono essere liberati dal compimento formale della legge per lasciarsi purificare dal cuore di Dio. Passare all’interiorità, allo sguardo posto in Dio che ci rimanda all’altro. Liberati dal formalismo, dall’orgoglio e dalla meschinità.
Gesù ci fa vedere la fede che fa di ‘Dio’ il Padre e dell’‘altro’, il fratello.
Gesù ci invita a una carità che superi la visione dell’altro come oggetto della nostra generosità. L’altro ha il nostro stesso dna, è nostro fratello, ha il volto di Dio inciso nella sua persona. (Mt 25,37-40)
Quando allunghiamo la nostra mano, chi vediamo davanti a noi? ‘Da dove viene’ e cosa offre ciò che gli diamo?
Il nostro stare da soli con il Padre sia in sincera nudità e affetto di liberi figli. La nostra generosità verso le popolazioni nel bisogno sia tra uguali.

Preghiamo

Aiutaci, o Dio, con la tua grazia, liberandoci da ogni lusinga del male, e fa’ che ci dedichiamo con cuore sincero alla conversione e alla preghiera.
(dalla liturgia)

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