Mercoledì della Settimana Autentica

Gb 42,10-17; Sal 118 (119); Tb 7,1a-b.13-8,8; Mt 26,14-16

 

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: "Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d‘argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. (Mt 26,14-16)

 

Non è poi così lontana la possibilità di giungere pure noi alla triste esperienza di Giuda: tradire e consegnare l’Amico. Lo facciamo se allontaniamo dalle nostre vite, dai nostri progetti familiari, di società, il progetto di Dio a cui Gesù da vita, perché è ‘perdente’.

Chiediamo allora con umiltà – ancora sappiamo di che si tratta, vero? – la grazia di camminare con fedeltà in questi giorni, e ogni giorno della nostra vita, per non scandalizzarci di questo Dio disarmato, povero, politicamente scorretto, religiosamente di frontiera, fuori dal tempio.

Chiediamo la grazia di rimanere afferrati a Gesù, dove va e dove ci chiama oggi.

 

 

Preghiamo

 

Mi venga in aiuto la tua mano,

perché ho scelto i tuoi precetti.

Desidero la tua salvezza, Signore,

e la tua legge è la mia delizia.

Che io possa vivere e darti lode:

mi aiutino i tuoi giudizi.

Mi sono perso come pecora smarrita;

cerca il tuo servo: non ho dimenticato i tuoi comandi.

(Salmo 118)

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