III feria prenatalizia “dell’Accolto”

Rut 2,4-18; Sal 102 (103); Est 5,1-8; Lc 1,39-46

 

«Il Signore ti ripaghi questa tua buona azione e sia davvero piena per te la ricompensa da parte del Signore, Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti».                   (Rt 2,12)

 

L’immagine di Rut, che esce all’alba a spigolare e torna sul tardi, non ha nulla di romantico.  “Spigolare” è per il profeta Michea l’immagine della povertà spirituale del popolo. Uscire a spigolare nei campi o a racimolare tra i vigneti è l’espressione somma della povertà. E Dio è il protettore dei poveri; i poveri hanno diritto a spigolare dietro ai mietitori, ma il diritto dipende dal padrone dei campi. Rut si presenta come “straniera, orfana e vedova” e compendia in se stessa tutte le componenti della donna povera, bisognosa di spigolare, di raccogliere ciò che è lasciato dai mietitori, come i cagnolini che raccolgono le briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni (cfr Mt 15, 21-28). E’ in questa scena che avviene il primo incontro con Booz, il riscattatore, “l’uomo che ha forza”, segno evidente della presenza provvidente di Dio accanto all’umanità ferita. I campi dove Rut va a spigolare non sono certamente soltanto quelli coltivati a frumento. Rut si trova a spigolare nel campo delle Sacre Scritture e lì trova il vero frumento, il Verbo della vita. Troviamo in Rut il germe di quella virtù che sarà perfetta in Maria: l’umiltà.

 

Preghiamo

 

O Signore, fa’ che siamo compagni di viaggio per ogni fratello e sorella che soffre povertà e umiliazione, e donaci di tenere accesa sempre la luce della speranza.     

 (A. Canopi)

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