Ct 5,2a.5-6b; Sal 41(42); 1Cor 10,23.27-33; Mt 9,14-15

 

 

«Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno». (Mt 9,15)

 

Ci prepariamo in questi giorni all’effusione dello Spirito Santo, dopo aver celebrato il mistero dell’Ascensione. Ci troviamo in mezzo a due momenti tra i più importanti della storia in cui  il Figlio, dopo aver compiuto la redenzione di tutti e di ciascuno, torna al Padre e lo Spirito sta per irrompere sulla comunità amata e renderla incandescente, pronta ad incendiare il mondo.

Ci troviamo nel tempo che sta in mezzo tra questi due misteri. La liturgia mette sulle nostre labbra le parole della Sposa del Cantico. L’assenza caratterizza questo tempo, che assomiglia al sabato santo. L’assenza è pre­ziosa, non va sprecata. Dobbiamo imparare a percepire come lacerante il non sentire la voce, il non vedere il volto dello Sposo.

La comunità viene educata a ricono­scere la differenza tra Gesù e la sua mancanza. Lo Spirito scenderà a dare senso a questo vuoto, non a negarlo né a rimuoverlo. Solo dove è avvertita l’assenza dello Sposo arriva il Consolatore. Così lo Spirito e la Sposa pos sono dire in verità: «Vieni!» e chi ascolta ripeta: «Vieni!» (Ap 22,17).

 

Preghiamo col Salmo

 

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,

così l’anima mia anela a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:

quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Le lacrime sono il mio pane giorno e notte,

mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?».

 

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