1Re 11,1-13; Sal 88; Lc 11,31-38

 

“Il Signore si sdegnò con Salomone, perché aveva deviato il suo cuore dal Signore, Dio d’Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dèi, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore”.  (1Re 11)

 

Anche Salomone lascia la retta via e si fa irretire dalla sete di ricchezza – simboleggiata dalle tante donne, mogli e concubine – e pensa di trascurare la legge del Signore e di poter decidere di testa sua. Perciò il Signore si sdegna del comportamento del re cui aveva dato fiducia e presenza amorevole, gli promette castigo, però, mitiga la sua decisione per amore del padre, il re Davide, e di Gerusalemme, e promette che il regno passerà ad altri e non al figlio.

Gesù riprende l’antico racconto dell’incontro di Salomone e  la regina di Saba per dire che alla fine dei tempi tanta saggezza e ricchezza sarà confrontata con coloro che hanno accettato di convertire il proprio cuore e dirigere la propria vita verso il Signore,come gli abitanti di Ninive, che hanno ascoltato il profeta Giona e si sono pentiti dei loro peccati, alzeranno il dito contro quanti non hanno accettato di cambiare vita e di essere giusti.

 

Preghiamo col Salmo

 

I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,

la tua fedeltà nell’assemblea dei santi.

Chi sulle nubi è uguale al Signore,

chi è simile al Signore tra i figli degli dèi?

Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti?

Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda.

 

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