Dt 4,1-8; Sal 98; Rm 7,7-13; Gv 3,16-21

 

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Gv 3)

 

Il tema della legge e della salvezza è sempre presente non solo nel popolo ebraico ma in genere fra coloro che si impegnano ad essere fedeli alla parola del Signore. I comandamenti del Signore non sono, e non devono essere, un giogo opprimente, ma fonte di speranza e di fiducia in Dio stesso. Sono il segno che Dio ha cura del suo popolo e lo guida verso la giusta meta, il regno di Dio.

Come insegna Gesù a Nicodemo, Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio. Il coinvolgimento di Dio con l’umanità è totale e senza ripensamenti.

Per i discepoli di Cristo l’unico nuovo comandamento sarà quello della carità, verso il prossimo e verso se stessi. E’ infatti l’amore che muove Gesù nel mondo e gli consente di aprire le porte del regno a quanti vogliono seguirlo.

 

Preghiamo col Salmo

 

Esaltate il Signore, nostro Dio,

prostratevi davanti alla sua santa montagna,

perché santo è il Signore, nostro Dio!

 

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