1Gv 5, 14-21; Sal 45; Lc 18, 15-17

 

 

“Figlioli miei, questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto”. (Gv 5)

 

L’incoraggiamento dell’apostolo Giovanni è di non perdere mai la fiducia, anzi la certezza, che le nostre parole siano ascoltate da Dio e che nulla di quanto facciamo possa andare perduto. “Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna”. Pur conoscendo i nostri limiti è in questa dimensione di fede in Dio che si combattono le iniziative del Maligno.

L’ostacolo alla nostra preghiera e alla risposta divina sta nel peccato che impedisce la comprensione e la fiducia in Dio. Gesù stesso spiega ai discepoli come deve essere l’atteggiamento giusto verso l’opera di Dio e il suo regno: dobbiamo essere come i bambini che si fidano di chi si prende cura di loro, non pongono questioni nè rifiutano quanto viene loro offerto. Essere come bambini per accogliere il regno di Dio non distoglie dall’intelligenza nè dalla responsabilità, ma apre alla fiducia e alla certezza di avere in Dio il padre, l’amico, il salvatore.

 

Preghiamo col Salmo

 

Dio è per noi rifugio e fortezza,

aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,

la più santa delle dimore dell’Altissimo.

Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.

 

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