At 19,1b-10; Sal 67(68); Gv 13,31-36
“Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato”. (Gv 13,31)
Gesù ha lavato i piedi ai discepoli e uno di loro è uscito per consegnarlo. Tutto questo viene chiamato “Gloria”. Come testamento, come eredità, come ultima volontà, viene lasciato un “comandamento nuovo”. Fondamentale è il comparativo: come. Ognuno di noi ha una propria immagine di cosa sia l’amore. Siamo invitati a lasciare il nostro modo di intenderlo per contemplare il modo proprio di Dio, diventandone gelosi per non confonderlo con nient’altro, perché è santo. A Pietro viene detto: ”…non ora, più tardi”. Solo Dio conosce i tempi di Dio e i nostri. Seguire suo Figlio non è come frequentare un corso di studi: non è tutto programmato. Gesù è vivo, oggi. Come anche noi siamo vivi, coi nostri peccati (che lui conosce) e le nostre qualità (che lui ci ha donato). Il Crocifisso risorto non ci carica le spalle di un peso insopportabile come fanno i maestri di questo mondo (Mt 23,4). Il comandamento nuovo ci indica lo scopo, l’approdo eterno: accogliamo da subito lo Spirito, l’amore tra Padre e Figlio, e il più lungo dei viaggi comincerà coi nostri piccoli passi.
Preghiamo col Salmo
Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.