Ascensione del Signore

 

At 1,6-13a; Sal 46(47);Ef 4,7-13; Lc 24,36b-53

 

“Il Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”.”      (Lc 24,36)

 

Durante la vita pubblica di Gesù, i discepoli avevano facoltà di mangiare con lui, di toccarlo, di riceverne l’insegnamento. Esattamente ciò che narra l’episodio odierno di Luca. Però sono le ultime volte. Troppo in fretta trascuriamo l’atmosfera di prossima separazione che avvolge le letture di oggi. Che discepoli siamo se non sentiamo la mancanza del maestro? Non potremo più rivolgergli quelle domande che ci bruciavano dentro, né godere del suo sorriso e della sua vicinanza. Non può non mancarci. Gli uomini in bianche vesti ci consolano annunciando il suo ritorno.

Bisognerà convertire il rimpianto del passato in nostalgia del futuro. Paolo ci parla di un cantiere aperto. Abbiamo il progetto, la volontà, le competenze, le energie, in una parola lo Spirito, per edificare il corpo di Cristo. La mancanza del contatto immediato e della visione, alimenti in noi il desiderio dello Spirito, che ci conduce fino alla pienezza: ”come in cielo così in terra”.

 

Preghiamo col Salmo

 

Ascende Dio tra le acclamazioni.

Dio è re di tutta la terra,

cantate inni con arte.

Dio regna sulle genti,

Dio siede sul suo trono santo.    

 

 

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