At 11,19-26; Sal 86(87); Gv 6,60-69
“Tu hai parole di vita eterna”. (Gv 6,69)
I molti discepoli che si ritirano, non vogliono credere. La concretezza e la misurabilità del pane che li ha saziati, invece che dono, diventa criterio:”tu fa quello che ti chiediamo noi, altrimenti non ci interessa seguirti…”. Loro sanno quello che vogliono, non hanno bisogno di ciò che un altro può loro proporre. Pietro, invece, è uno di quei “piccoli” di cui parlavamo ieri. Lui è un pescatore e sa benissimo che non sempre alla fatica corrisponde un risultato (Lc 5,1-5; Gv 21,1-3).
Non sempre il nostro agire, il nostro pensare bastano a noi stessi. Questo può gettarci nella disperazione, oppure può aprirci alla gratitudine e alle sorprese di Dio. Pietro si sente attratto da Gesù Signore e maestro, dalla vita eterna di cui parla, dal Padre, dagli orizzonti che gli vengono spalancati davanti. Non gli è tutto chiaro. Ma si fida. Di Gesù.
Preghiamo
Quanto è prezioso il tuo amore , o Dio!
Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali,
si saziano dell’abbondanza della tua casa:
tu li disseti al torrente delle tue delizie.
E’ in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
(dal salmo 35)