Ez 11,14-20; Sal 88; 1Ts 5,12-23; Mt 19,13-15

 

Allora gli furono portati dei bambini  perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro , infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. (Mt 19,13-15)

 

Le donne e i bambini sono da sempre le categorie più vulnerabili della società e della famiglia. Matteo nel cap. 19 ricorda fatti e parole di Gesù anzitutto a difesa delle donne: non possono essere considerate come proprietà dei mariti e ripudiate a loro piacimento. Poi é il turno bambini che non avevano nessun diritto, tanto meno di importunare un maestro della legge. Gesù raggiunge gli “scartati” dell’impero e dalla religione ufficiale (donne, bambini, lebbrosi, peccatori, impuri, prostitute) non solo per non farli sentire esclusi ma addirittura “prediletti” nel Regno di Dio, fino a presentarli come “esemplari” per tutti coloro che volessero entrarvi.

L’Eucaristia che domani celebreremo nelle nostre comunità esprime questa tensione inclusiva di Gesù e la sua preferenza per gli esclusi?

 

Preghiamo

 

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Mt 11,25)

 

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