Pentecoste
At 2,1-11; Sal 103(104); 1Cor 12,1-11; Gv 14,15-20
«Non vi lascerò orfani: verrò da voi». (Gv 14,18)
Siamo nel tempo dello Spirito. È incredibile la vivacità, l’energia, l’iniziativa, l’intelligenza, l’efficacia che la Scrittura descrive quando ci parla dello Spirito. Noi saremmo tentati di immaginarlo solo come qualcosa di etereo e indefinibile. Invece proprio in quanto invisibile è la sorgente più pura del visibile, del concreto, del tangibile.
La comprensione del mistero pasquale è opera sua. Il riconoscimento di Gesù, crocifisso e risorto, come Signore avviene grazie a lui. La fede, la speranza, l’amore a immagine di Cristo sono frutto della sua azione in noi. Se nell’acqua del battesimo affoga l’uomo vecchio, incapace di fidarsi del suo creatore, nello Spirito dello stesso battesimo, bocca a bocca con Dio, l’uomo nuovo sorge a immagine del suo Salvatore. Egli ci plasma nuovi nell’essere e nell’agire. Colui che efficacemente plasmò il Figlio nel grembo di Maria, opera lo stesso mistero nella nostra anima e nella nostra storia. Non siamo orfani. Rendiamo grazie a Dio.
Preghiamo col Salmo
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
La terra è piena delle tue creature.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.