2Sam 18,24-19,9b; Sal 88(89); Lc 11,14-20
“«Ecco, il re piange e fa lutto per Assalonne». La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del figlio»” . ( 2Sam 18)
Una pagina difficile questa che vede Davide ricevere la notizia della morte del figlio Assalonne e chiudersi nel suo dolore, dimentico dell’impegno profuso da tutto il suo popolo che ha combattuto una difficile battaglia. Il re sembra incapace di considerare l’intera vicenda e di soppesare le proprie responsabilità verso il popolo che da lui si attende ascolto e buona considerazione.
Ma Dio non ha mutato la sua promessa, nè ha annullato il suo amore verso Davide. Ci dice così il Salmo, anche se noi, nella nostra storia quotidiana, ci sentiamo spesso fuori dimensione per tante aspettative su di noi: Dio vuole da ciascuno di noi l’impegno a costruirgli la dimora dove lui possa stare con l’umanità.
Uno strano senso di disagio, oggi e sempre, tocca l’umanità nell’ondeggiare tra fiducia e sfiducia nella presenza di Dio. Anche Gesù, che di persona ridona la parola ad un uomo che era muto e scaccia il demonio che ne provocava il deficit, è a sua volta criticato e il suo gesto addirittura attribuito ad un intervento di Beelzebul. Il richiamo di Gesù è molto forte e ci mette in guardia da giudizi affrettati, da polemiche senza altro scopo che creare confusione e divisione nelle case e nei popoli.
Preghiamo col Salmo
Ma non annullerò il mio amore
e alla mia fedeltà non verrò meno.
Non profanerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre.