Ger 23,1-8; Sal 88 (89); Eb 11,1-2.39-12,2a; Mt 21,28-32

 

«Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi, va’ a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, Signore. Ma non andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre?».

(Mt 21,28-31a)

 

Ci sembra di poter dire che la parabola evangelica non lascia dubbi su chi ha compiuto la volontà del Padre, ma non sempre è così nella nostra vita, perché a volte ci muoviamo spinti dal desiderio di crearci un’immagine o di apparire. È più facile scorgere incoerenza e infedeltà negli altri e trovare per noi alibi e giustificazioni, e sono quindi necessari il silenzio e la riflessione per imparare a recuperare e a riparare.

La vita si gioca tutta sul compiere la volontà del Padre e un buon metodo per evitare l’incoerenza è essere fedeli alla parola data, ad un impegno preso e accrescere in noi e intorno a noi credibilità e fiducia che si attuano anche attraverso la capacità di cogliere i bisogni dell’altro donando senza ostentazioni qualcosa delle nostre risorse, impegnandoci in prima persona e collaborando a creare una comunità a misura d’uomo.

È l’esperienza vissuta da donne e uomini sensibili e attenti, che rinunciano ad avere di più per essere di più, rispondendo alla volontà del Padre e, per quanto possono, alle tante povertà emergenti.

 

 

Preghiera

 

Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele.

Stabilirò per sempre la sua discendenza,

il suo trono come i giorni del cielo.

(dal Sal 88)

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