Ger 3,6a;6,8-12; Sal 105 (106); Zc 8,1-9; Mt 15,10-20

 

«Egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore».

(Sal 105)

 

Per udire il grido occorre mettersi in ascolto della sofferenza e delle speranze degli uomini di questo nostro tempo, vicini o lontani. Tendere le orecchie, affinare lo sguardo e decidere di “prendersi cura”. “I CARE” – mi interessa, mi sta a cuore diceva Don Lorenzo Milani.

A volte non vogliamo udire, perché ci lasciamo prendere dalla paura di impegnarci oppure perché ci sentiamo impreparati e inadeguati. Non spaventiamoci! In questo cammino non siamo soli: altri ci hanno preceduto, altri ci seguiranno.

Percorrere le vie dell’umano è “una bella avventura” che va vissuta insieme con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, dialogando, confrontandoci, aiutandoci l’un l’altro….

È ciò che hanno fatto per anni una mamma e sua figlia per alcune ore della giornata nei riguardi di due bimbe quando la mamma, una donna sola, era assente per lavoro.

La loro cura e disponibilità si è fatta relazione significante, soprattutto per le bambine, divenendo punto di appoggio e di riferimento affettivo ed educativo. Poter contare su qualcuno fa sentire meno soli.

 

 

Preghiamo

 

Li oppressero i loro nemici:

essi dovettero piegarsi sotto la loro mano.

Molte volte li aveva liberati,

eppure si ostinarono nei loro progetti

e furono abbattuti per le loro colpe.

(dal Sal 105)

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