Ger 7,1-11; Sal 106 (107); Zc 8,10-17; Mt 16,1-12

 

«Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?».

(Mt 16,3b)

 

Nell’attuale momento storico di crisi e di diffusa rassegnazione, dove crescono i volti di tutti i dolori, quali sono i segni dei tempi? Ha detto il Card. Scola nell’Omelia del Natale 2013: “Non saranno paura e rabbia a farci uscire dalla prova , sono necessari: condivisione, ospitalità, amicizia civica, che generano solidarietà. Sobrietà, giustizia, pietà, ecco la sorgente degli stili di vita per un nuovo umanesimo”.

La cultura dominante ordina di cogliere l’attimo fuggente e di non fermarsi accanto a chi resta indietro. Oggi sono tanti i padri di famiglia costretti a restare indietro perché senza lavoro e con un reddito inesistente o insufficiente per sé e per la famiglia.

Ha scritto Manicardi: Con che occhi guardo la realtà e con che orecchi ascolto ciò che avviene intorno a me? Perché è così difficile ascoltare i racconti degli altri? Non abbiamo tempo? Siamo distratti dalle nostre cose? Ma l’altro ci interessa o ci infastidisce, o ci disturba, o temiamo di essere risucchiati dal racconto di sofferenza dell’altro?”

Occorre un nuovo umanesimo, la logica del dono come legge di vita e, questo, inizia partendo da ciascuno di noi.

 

 

Preghiamo

 

Nell’angustia gridarono al Signore,

ed egli li liberò dalle loro angosce.

Li guidò per una strada sicura,

perché andassero verso una città in cui abitare.

(dal Sal 106)

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