Ger 3,6-12; Sal 29 (30); Zc 1,7-17; Mt 12,14-21

 

«Perciò dice il Signore: io di nuovo mi volgo con compassione a Gerusalemme: la mia casa vi sarà riedificata – oracolo del Signore degli eserciti – e la corda del muratore sarà tesa di nuovo sopra Gerusalemme».

(Zc 1,16)

 

Lo sguardo di Dio che si volge “con compassione” al popolo ci fa comprendere come Egli guarda all’umanità di ogni tempo e alla storia anche quando questa è segnata dal male. Dio ci attende nella sua misericordia, non cambierà direzione al suo sguardo e non si volterà da altre parti per non vedere. Soltanto a Lui spetta il giudizio definitivo sulla storia e sulle persone e in suo Figlio ci indica, come strada da percorrere, quella del Buon Samaritano, che “mosso a compassione” si fermò e si prese cura dell’uomo ferito. Questa è la nostra icona: la Chiesa non può “tirare dritto”, scostarsi di fronte alle fatiche dell’umanità intera e in particolare di quella più povera. Essa è chiamata a condividere con gli ultimi anche i versanti negativi della storia e ad impegnarsi sempre nella ricerca del bene comune.

 

Preghiamo

Venga, o Signore, la tua Chiesa!

Sia più bella di tutti i sogni,

più bella di tutte le lacrime di chi visse

e morì nella notte per costruirla.

Sia il tuo corpo, e Tu la sua vita.

(Anonimo)

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