Santo Stefano, primo martire

II giorno dell’ottava di Natale

 

 

At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30 (31); 2Tm 3,16-4,8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22

 

«Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». (At 7,56)

 

Come gli oppositori di Stefano anche noi a volte resistiamo allo Spirito e come Saulo approviamo che in molti venga uccisa la dignità e la libertà. Avvenga per tutti che, dalla piena comunione con Gesù e dal contemplarlo deposto in una mangiatoia, possiamo comprendere e attingere una carità che nasce dalla Parola, si nutre della preghiera e si esprime nell’accoglienza, nella fraternità, nella costruzione di relazioni nuove che sempre devono accompagnare l’aiuto concreto.
Contemplare oggi questa scena dura e drammatica ma, tuttavia, folgorante significa persuadersi che ciò che conta è scegliere di vivere da testimoni di Cristo, costi quel che costi. Ciò di cui abbiamo bisogno è la luce scaturita dal dono di tutta una vita.

 

Preghiamo

Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio
un luogo fortificato che mi salva.

(dal Sal 31)
 

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