Domenica dell'Incarnazione

Is 62,10-63,3b; Sal 71 (72); Fil 4,4-9; Lc 1,26-38a

«Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!». (Fil 4,4-5)

La gioia è un tema che percorre l’intera lettera ai Filippesi. Chi scrive è un apostolo sofferente che invita ripetutamente a gioire: questo è un paradosso! La gioia e il rallegrarsi sono il primo passo per sperimentare la pace interiore di Dio. Il credente ha tanti motivi per rallegrarsi nel Signore e il primo è fondato sulla certezza che il Signore è vicino. È questa presenza che fonda la speranza del cristiano, la quale si esprime nel suo risvolto personale e comunitario come gioia, amabilità, fiducia e pace. La gioia cristiana è radicata nella comunione di vita con il Signore ed è per questo che Paolo dice: «Rallegratevi nel Signore». Certo le circostanze della nostra vita possono essere a volte difficili e buttarci un po’ giù. Ma queste difficoltà non devono assolutamente impedirci di rallegrarci nel Signore. A una tale gioia si accompagna l’amabilità che porta a far sentire ciascuno a proprio agio. Questo brano ci invita a riflettere su come viviamo la gioia che il Signore ci dona. Chiediamoci: la nostra faccia è una “faccia da funerale” o riflette il volto di chi ha incontrato Gesù?

Preghiamo

Ora è tempo di gioia non ve ne accorgete?
Ecco faccio una cosa nuova,
nel deserto una strada aprirò.

(Gen Rosso)

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