Giovedì della V settimana di quaresima
Gen 50,16-26; Sal 118 (119),145-152; Pr 31,1.10-15.26-31; Gv 7,43-52
Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? Se voi avete tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. (Gen 50,19-20)
In queste letture ritroviamo due personaggi della storia biblica: Giuseppe e Nicodèmo. Entrambi ci comunicano qualcosa del mistero di Dio e aiutano a compiere questo nostro cammino verso la Pasqua di Gesù. Giuseppe, figlio di Giacobbe, oggi ci dice di non temere per la nostra vita, perché è custodita da Dio. Tale invito viene rivolto da Giuseppe ai suoi fratelli più volte, con la consapevolezza che Dio sa trarre il bene anche dal male. Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei, oggi ci dice di ascoltare gli altri prima di giudicare. In questo pellegrinaggio verso la Pasqua chiediamo di essere uomini e donne come Giuseppe che sanno perdonare, vedendo o aspettando il bene che ci è promesso, e di essere persone come Nicodèmo che cercano di ascoltare senza pregiudizi, permettendo a Gesù di trasformare la nostra vita.
Preghiamo
Signore Gesù,
aiutaci a rinnovare la nostra vita sulle strade del mondo,
rendici persone docili alla tua Parola,
guidaci ogni giorno con il tuo Santo Spirito,
concedici di saper perdonare e ascoltare il prossimo.
Amen