Martedì della settimana della VII domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore
Tt 1,10 – 2,1; Sal 42 (43); Lc 22, 67-70
Tutto é puro per chi è puro, ma per quelli che sono corrotti e senza fede nulla è puro: sono corrotte la loro mente e la loro coscienza. Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, essendo abominevoli e ribelli e incapaci di fare il bene. (Tt 1,15-16)
Il cristiano non si limita a distinguere un atto da un altro, cercando di far emergere un bilancio positivo, nel quale siano maggiori gli atti buoni da quelli malvagi. Al contrario, il cristiano va alla radice, egli costruisce una intera vita a partire dal vangelo, quindi la sua purezza è quella che gli è donata nel nome di Gesù, nel battesimo.
Per questo non si tratta semplicemente di proclamare in modo formale la propria fede, ma di lasciare che essa emerga come la costante della propria vita, tanto radicata da emergere in ogni azione e in ogni scelta, quotidiana o esemplare.
Preghiamo
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
Dal Salmo 42 (43)