Ultima domenica dopo l'Epifania

Os 1, 9a; 2, 7a.b-10. 16-18. 21-22; Sal 102 (103); Rm 8, 1-4; Lc 15, 11-32

Non capì che io le davo grano, vino nuovo e olio, e la coprivo d’argento e d’oro, che hanno usato per Baal. Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. (Sap 2,10.16)

La separazione dal Signore, che il profeta Osea narra relativamente al rapporto con il popolo di Israele, è una situazione dalla dinamica assai comune, il profeta la esprime con un termine incisivo: «non capì». Il peccato spesso avviene quando si preferisce non riconoscere i doni ricevuti, ovvero quando la propria esistenza, a partire dalle relazioni che la caratterizzano, non è intesa come un dono nei confronti del quale agire con responsabilità.
Eppure, neanche il rifiuto del tutto irresponsabile dei doni del Signore e della relazione con lui è definitivo, anche nel momento del peggiore abbandono si apre sempre una possibilità, dal momento che il Signore non abbandona la sua alleanza: lasciarsi coinvolgere nel suo perdono e accettare di mettere in gioco le proprie risorse per continuare a costruire è il modo più adeguato per rendere visibile il suo amore.

Preghiamo

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

dal Salmo 102 (103)

 

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