Martedì della settimana della IV domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

Gc 3, 1-12; Sal 38 (39); Lc 18, 35-43

Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. (Gc 3,2b-3)

Giacomo identifica nel parlare la sorgente dalla quale dipendono tutte le azioni personali. Si è spesso portati a trascurare lo stile delle proprie parole, ritenendo che esse possano cancellarsi in breve tempo; al contrario, esse determinano l’intero agire di una persona. Fare attenzione alle proprie parole, evitando maldicenze, volgarità, menzogne, significa avere un’attenzione costante che consente di costruire una personalità forte e giusta.
Per un cristiano questo non è semplicemente un esercizio di buone maniere, ma la possibilità di rispondere con le proprie parole alla Parola che ha cambiato la vita.

Preghiamo

Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
metterò il morso alla mia bocca
finché ho davanti il malvagio».
Ammutolito, in silenzio,
tacevo, ma a nulla serviva.

dal Salmo 38 (39)

 

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