Sabato della settimana della penultima domenica dopo l'Epifania

Es 25, 1; 27, 1-8; Sal 95 (96); Eb 13, 8-16; Mc 8, 34-38

Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Farai l’altare di legno di acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza. L’altare sarà quadrato e avrà l’altezza di tre cubiti. Farai ai suoi quattro angoli quattro corni e costituiranno un sol pezzo con esso. Lo rivestirai di bronzo». (Es 27,1-2)

Le minuziose indicazioni che il Signore dà a Mosè per la costruzione dell’altare sono motivate dal fatto che l’altare è necessario per compiere i sacrifici, cioè quegli atti tramite i quali il popolo di Israele può entrare in contatto con Dio.
Considerare quelle indicazioni significa riconoscere che la possibilità di creare un legame con il Signore è data a ogni essere umano in Gesù, colui che abolisce ogni sacrificio da compiere perché compie lui stesso l’unico sacrificio, la sua vita data per tutti. Ciascuno, consapevole di aver ricevuto definitivamente il dono della salvezza, può chiedersi in quale modo rispondervi, lasciando che la propria vita assuma sempre più la stessa forma.

Preghiamo

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude,
davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

dal Salmo 95 (96)

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