V feria prenatalizia "dell'Accolto"
Rut 3,8-18; Sal 106 (107); Est 8,3-7a.8-12; Lc 1,67-80
«Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: “Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo”». (Lc 1,67-69)
Con questo inno Luca sottolinea l’importanza di leggere la storia con gli occhi della fede. È un cantico di benedizione per il passato e di profezia per il futuro. È lo Spirito Santo che dà a Zaccaria la fede e gli apre la bocca per annunciare la Parola di Dio. E Zaccaria vede la realtà con gli occhi di Dio e ne parla come parlerebbe lui, anzi è il Signore che parla attraverso di lui. La prima parola che lo Spirito Santo mette sulle labbra di Zaccaria è quella della benedizione e della lode a Dio. In ogni situazione l’uomo di fede vede Dio e sa cogliere i suoi doni. Ogni giorno la Chiesa canta questo inno con tutti coloro che pregano l’ufficio divino delle lodi. La meraviglia e il canto fanno parte della nostra preghiera quotidiana, che risulta particolarmente intensa quando diventiamo capaci di comprendere al meglio tutto quello che il Signore ha fatto e fa per noi, le meraviglie della sua grazia.
Preghiamo con il Salmo
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
(dal Salmo 89)