Giovedì della I settimana di Avvento

Ez 3,1-15; Sal 75 (76); Gl 2,21-27; Mt 9,16-17

«Non temere, terra, ma rallégrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore.» (Gl 2,21)

Parole di speranza Gioele rivolge al popolo dopo aver parlato di un giorno del Signore terribile e grande. Tutto questo è possibile se però il popolo torna a volgersi verso il suo Signore, in poche parole se è capace di convertirsi. La conversione è un punto di partenza per un rapporto nuovo con il Signore. La conversione è un atto dello spirito che avvolge tutta l’esistenza e il proprio modo d’essere e d’agire. La conversione è il movimento del cuore e della mente che ci permette di ricominciare a parlare con Dio, ad ascoltare la sua voce, fino a chiederci: Signore, cosa vuoi che io faccia? Essa è possibile nel momento in cui sono capace di riconoscere le grandi cose che Dio ha fatto nella vita, nella storia. La conversione è un atto personale, ma deve coinvolgere anche l’umanità la quale è chiamata dal profeta a rallegrarsi e gioire. In questo nostro tempo così difficile, tornare al Signore con tutto il cuore potrebbe significare anche reimparare a parlare con lui, a dialogare con lui, a porre fiducia in lui, nella sua presenza, nelle sue azioni.

Preghiamo con il Salmo

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi.
(dal Salmo 145)

 

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