Giovedì della VII settimana di Pasqua
Ct 6,1-2;8,13; Sal 44; Rm 5,1-5; Gv 15,18-21
Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. (Rm 5,3-5)
Che meraviglia deve essere poter vivere con la convinzione libera e forte che Paolo qui esprime! Letizia di essere in Dio anche là dove si attraversano «tribolazioni». Paolo si dice sicuro perché riconosce quanto sia importante per vivere essere capaci di «pazienza», possedere una «virtù provata», esser dotati di «speranza» qualunque cosa accada. Ci è difficile, certo; ma ci è possibile per grazia, perché Dio dona il suo Spirito. Non ci possono deludere, allora, né la nostra inconcludenza e i ritardi nell’adempiere le attese di Dio, né il nostro peccato, perché l’amore di Dio è più grande, è definitivo. Non dobbiamo cercare chissà dove il dono che è lo Spirito Santo: Paolo scrive che «ci è stato dato», e così ci è possibile avvertire e conoscere «l’amore di Dio». Vivere lieti e fieri del proprio cammino, anche tra fatiche o sofferenze, non è dono esclusivo dei credenti, perché lo Spirito si manifesta dove vuole; ma conoscere Gesù ci mette nelle migliori condizioni per sentire Dio vicino, e sentirci da lui amati: e questo può fare davvero tanto…
Preghiamo
Venga il tuo Spirito, o Padre,
e ci trasformi interiormente con i suoi doni;
crei in noi un cuore nuovo
perché possiamo conformarci alla tua volontà.
(dalla liturgia)