Giovedì della II settimana di quaresima
Gen 16,1-15; Sal 118 (119),49-56; Pr 6,20-29; Mt 6,1-6
Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo. (Mt 6,6)
«Quando preghi» volgiti al Padre tuo nel segreto, dice Gesù. Il brano di oggi ci insegna come pregare e come non pregare. Ma che cos’è la preghiera? Pregare è essere se stessi, creature finite con un insopprimibile anelito all’infinito. Pregare è stare davanti al proprio Creatore per quello che siamo in verità. Pregare non è parlare di Dio, ma è un dialogo personale e intimo con lui. La preghiera è esigente: richiede disponibilità, sacrificio, fedeltà. Essa è la linfa vitale del cristiano, ciò che alimenta continuamente la fede in Dio. La preghiera è la voce della Sposa di Cristo. La Chiesa, infatti, è la comunità dei figli di Dio che, uniti a Cristo Gesù, vivono del suo stesso Spirito che prega in loro e per loro Dio Padre. La preghiera è dono. La preghiera è vita.
Preghiamo
E che voi siete figli
lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori
lo Spirito del suo Figlio,
il quale grida: «Abbà! Padre!».
(Gal 4,6)