Lunedì della II settimana di Avvento
Ez 4,4-17; Sal 76 (77); Gl 3,5-4,2; Mt 11,16-24
«È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”». (Mt 11,18-19)
Gesù rimprovera chi lo ascolta di non saper riconoscere la “musica” che Dio suona attraverso i suoi messaggeri, prima Giovanni Battista e poi Gesù. Anzi, invece di ascoltare e accogliere con umiltà la parola che Dio vuole comunicare, pretende di giudicare i suoi inviati: ai loro occhi il Battista appare come un indemoniato, Gesù invece come un «mangione e un beone». Gesù svela il volto di un Dio che ama la vita e ne gode le gioie. Gesù ci propone una visione dell’uomo che gioisce delle bellezze della vita, che ne gode consapevolmente riferendole a Dio. Se una testimonianza i cristiani sono chiamati a dare a questo nostro tempo è proprio quella della gioia. Gesù vero uomo, uomo perfetto, ha pienamente gioito dell’amicizia, della festa, delle bellezze della sua terra. Siamo chiamati a riappropriarci di una piena umanità, i cristiani sono chiamati a diventare testimoni di piena umanità. Sappiamo allora cogliere da dentro il grande dono che Dio ci ha fatto chiamandoci prima alla vita e poi alla salvezza. Oggi siamo chiamati, là dove siamo, a testimoniare la nostra piena umanità, come fece Gesù.
Preghiamo con il Salmo
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
(dal Salmo 103)