VIII Domenica dopo Pentecoste

1Sam 3, 1-20; Sal 62 (63); Ef 3, 1-12; Mt 4, 18-22

Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”».  (1Sam 3,8-9a)

Per riconoscere quando il Signore chiama, tanto in momenti significativi della propria esistenza, quanto durante la quotidianità, è necessario che ci sia qualcuno che accompagna, qualcuno che aiuti a discernere la sua voce e sorregga nella risposta.
Una risposta libera e totale, infatti, non avviene mai come una decisione solitaria, ma è sorretta dalla comunità. Questo sostegno diventa anche verifica delle risposte di ciascuno: esse sono tanto più autentiche quanto più l’implicazione della propria vita diventa a favore di tutti.
Anche oggi, ciascuno, può ascoltare il Signore che chiama a seguirlo in una forma unica, così tanto personale da diventare risorsa per tutti.

Preghiamo

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Dal Salmo 62 (63)

 

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