Ger 3,6a;5,1-9b; Sal 105 (106); Eb 2,8b-17; Mt 12,43-50

 

 

«Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.»                  (Eb 2,17-18)

                                                                                                         

L’amore si afferma in tutta la sua potenza nella sofferenza. Cristo ha scelto l’obbedienza a Dio vivendo l’amore per gli uomini. Proprio per condividere tutto con l’uomo, compreso il dolore e le prove, assume la natura umana, entrando a far parte della stirpe di Abramo e, in questo modo, può chiamare tutti gli uomini con un nome più famigliare: fratello. Proprio per questo ci riconosciamo membri della comunità dei fratelli di Gesù e tutti figli dello stesso Padre. E per questo ci sentiamo membri della Chiesa di Gesù, con limiti e divisioni, incoraggiati dal gioioso stupore con cui Dio segue il cammino di ogni uomo come se fosse l’unico esemplare vivente sulla terra tanto da valere quanto la stessa vita di Cristo. Il Signore ci aiuti a comprendere sempre più il mistero del suo amore che si compie con la sua venuta nel mondo. La nostra fede diventi operante in pensieri, in atteggiamenti e gesti di carità e della speranza cristiana.

 

 

Preghiamo

 

Salvaci, Signore Dio nostro,

radunaci dalle genti,

perché ringraziamo il tuo nome santo:

lodarti sarà la nostra gloria.

Benedetto il Signore, Dio d’Israele,

da sempre e per sempre.

Tutto il popolo dica: Amen. Alleluia.   

          (Sal 105, 47-48)

 

[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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