Martedì 18 aprile – Ottava di Pasqua

 

At 3,25-4,10; Sal 117 (118); 1Cor 1,4-9; Mt 28,8-15

 

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono (Mt 28,8-9).

 

Due sono gli atteggiamenti delle donne che l’evangelista Matteo ci ricorda: il timore e la gioia. Sembrano essere in contraddizione. In realtà esprimono quello che passa nel cuore dell’uomo a fronte del grande annuncio della risurrezione di Gesù. Il timore segnala la percezione di trovarsi in presenza della manifestazione di Dio: e chi può sentirsi adeguato davanti a tanta grandezza che supera l’umano in tutte le sue dimensioni? La gioia, invece, esprime lo stupore e la sorpresa per un annuncio che ha mutato radicalmente la vita e la storia. Certezza di ogni persona è la propria morte, senza possibilità che alcuno possa sfuggire dalla sua falce. La novità della Pasqua apre un orizzonte di speranza inatteso: la morte non è la parola ultima dell’esistenza, ma solo la penultima. L’incontro col Signore risorto apre a questa novità che colma di speranza, che spazza via ogni angoscia, che illumina ogni spazio dell’esistenza. È la gioia cristiana che sgorga dall’annuncio della risurrezione, una parola che proviene dal grembo stesso di Dio, una parola che nessuna creatura avrebbe potuto fabbricare.

 

Preghiamo

 

Signore Gesù,

donaci di custodire il timore

che ci rende stupiti di fronte alla rivelazione della tua risurrezione;

poni in noi la gioia per questo annuncio

che ha mutato interamente la nostra vita.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

 

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