Giovedì 20 aprile – Ottava di Pasqua
At 5,26-42; Sal 33 (34); Col 3,1-4; Lc 24,36-48
«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni» (Lc 24,46-48).
Le parole finali del Risorto ai discepoli sono il culmine delle istruzioni di Gesù e anticipano la continuazione della vicenda nel libro degli Atti. Gesù va al di là della propria vicenda e parla dei futuri eventi nei quali gli Undici e gli altri avranno un ruolo centrale. Gesù nomina i suoi ascoltatori come suoi testimoni, dando loro un compito e facendoli destinatari di una promessa. Gli stessi temi torneranno nei primi capitoli del racconto degli Atti. Investendo i discepoli della proclamazione della conversione e del perdono dei peccati, Gesù ha trasmesso un compito che era centrale nella sua missione; negli Atti i testimoni del Risorto eseguiranno questo compito e lo faranno nel nome di Gesù. Il «nome» rappresenta il potere regale e l’autorità di Gesù, la cui missione continua proprio per mezzo dei suoi discepoli, «fino ai confini della terra» (At 1,8). Tale compito inizia da Gerusalemme: Luca con sottile ironia opera una radicale trasformazione; mentre Gerusalemme era considerata come il punto centrale verso cui le nazioni sarebbero convertite (cfr. Is 2,2-5; 60,11-14) la missione cristiana capovolge l’orientamento.
Preghiamo
Signore Gesù,
rendici testimoni della potenza della tua risurrezione.
Poni in noi la gioia e l’ardore di proclamare
la tua vittoria pasquale sino ai confini della terra.
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]