Sabato 6 maggio

 

 

At 8,1b-4; Sal 65 (66); 1Cor 15,21-28; Gv 6,30-35

 

«[…] il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6,33-35).

 

Sullo sfondo del discorso di Gesù c’è il riferimento all’episodio del dono della manna: Israele nel deserto era stato nutrito da Dio per mezzo del cibo che cadeva dal cielo. Come la manna era il segno della presenza di Dio, così Gesù è la rivelazione definitiva di Dio offerta agli uomini. Egli stesso si paragona al pane, ricordando ancora una volta la manna: però il cibo dato da Mosè era nutrimento per una giornata, il Verbo di Dio offre al mondo la vita che non tramonta, la vita eterna. Ecco perché l’incontro con Gesù sazia il desiderio dell’uomo, icasticamente rappresentato dalla fame. Tuttavia il discorso di Gesù ammicca pure al dono dell’Eucaristia, a quel corpo e sangue che sazia la fame ed estingue la sete di ogni credente. La comunione con il Signore è riconoscere che nel mistero della morte e risurrezione di Gesù è stato detto il senso definitivo della storia umana, la quale è stata salvata proprio dal dono che Gesù ha fatto di sé al Padre. Se i discepoli forse pensavano a un cibo speciale, capace di nutrire per sempre senza più acquistare pane, Gesù mostra che quel pane è lui stesso.

 

 

Preghiamo

 

Signore Gesù,

donando la tua vita sulla croce ci hai offerto te stesso.

Continua a nutrirci col pane dell’Eucaristia

che ci dona di stare ai piedi della croce,

per ricevere il frutto della salvezza.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

Ti potrebbero interessare anche: