Sabato 29 aprile – Santa Caterina da Siena

 

 

1Gv 5,5-2,2; Sal 148; 1Cor 2,1-10a; Mt 25,1-13

 

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi (Mt 25,1-4).  

 

Una festa di nozze era davvero un grande evento per un piccolo villaggio. Le ragazze, spesso poco più che adolescenti, amiche e coetanee della sposa, erano invitate alla festa che durava lungamente. Per l’occasione si preparavano per tempo, con grande attenzione: era l’occasione propizia per conoscere un ragazzo che sarebbe forse diventato il futuro marito. Ma le celebrazioni non iniziavano mai all’ora stabilita: era usanza che la famiglia della sposa, all’ultimo momento, pretendesse una somma di denaro dalla famiglia dello sposo e i parenti del fidanzato, quando ormai tutto era pronto, cercavano prestiti dai conoscenti per fare iniziare la festa; da qui il ritardo. La cosa era così usuale che tutti la conoscevano, sapendo bene che all’ora stabilita lo sposo non si sarebbe mai presentato al luogo della festa. Sicché la dimenticanza dell’olio per alimentare le lampade nella buia notte, appare essere un’imperdonabile mancanza. Così è la vita cristiana: lo scoglio da superare è quello della perseveranza, senza la quale si perde la grande occasione donata da Dio.    

 

Preghiamo

 

Donaci, Signore Gesù,

la grazia di perseverare nel bene

e di non attardarci nella pigrizia,

in attesa del tuo ritorno glorioso

alla fine dei giorni.

 

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]

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