Ger 10,11-16; Sal 113b (115); Zc 9,11-17; Mt 19,23-30

 

«Gesù li guardò e disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile”. Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”» (Mt 19,26-27)

 

La vicenda del giovane ricco getta ciascuno di noi nello sconforto. Chi di noi è in grado di poter dire che fin dalla più tenera età ha potuto osservare i comandamenti? Il giovane non ha accettato di fare un passo più avanti e i discepoli, stupiti, si chiedono come sia possibile seguire una strada così tanto impegnativa. Ma Gesù li rassicura. La ricchezza ostacola il giovane perché la ricchezza non può donare felicità. Non è solo un problema di portafoglio più o meno pieno ma bensì di un cuore libero da qualsiasi attaccamento che ci rende schiavi delle nostre paure. Il Signore ci chiede di essere liberi, di osare, di donare tempo e cuore alla causa del Vangelo. La salvezza non è una conquista ma una consapevole accoglienza dell’iniziativa di Dio. Dio ci salva gratuitamente, nessuno si merita niente: a noi tocca il compito di accogliere e vivere questa salvezza. E, se almeno un poco viviamo da salvati, allora possiamo sperimentare anche noi di poter ricevere cento volte tanto.

 

Preghiera

 

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

     (Sal 22,1-2)

 

[da: “La Parola ogni giorno.Gesù verità della storia. Avvento e Natale 2016”, Centro Ambrosiano, Milano]

 

 

 

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