Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc2,28b-32

 

«E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo».    (Fil 1,9-10)

 

Paolo prega per la comunità di Filippi perché cresca sempre più arricchita dalla carità. Sulla strada della carità non possiamo definirci “arrivati” ma siamo sempre in un continuo cammino, c’è sempre un di più a cui dobbiamo tendere, fino al dono totale di noi stessi. La carità deve sgorgare da un cuore attento e vigile, che si impegna a conoscere a fondo le povertà, spesso nascoste e che “abitano” l’uomo di oggi: è l’invito ad uscire da se stessi per assumere le sofferenze dei fratelli. Non dobbiamo accontentarci di fare ogni tanto qualche elargizione per metterci il cuore in pace ma con intelligenza di cuore cerchiamo, attraverso gesti di speranza e di fiducia, di ascoltare le domande, a volte espresse con molta discrezione, di chi ci è vicino. Il vescovo Tonino Bello diceva che “tamponare le falle della miseria con i mantelli della beneficenza, coprire con le toppe della carità gli strappi della giustizia, ci vuole anche questo, intendiamoci, però, chiaramente, amare il fratello non significa assisterlo, significa promuoverlo”.

 

Preghiamo

Donami, Signore, l’intelligenza del cuore per accorgermi delle necessità di chi mi vive accanto e per rispondervi, magari anche solo con un sorriso, un apprezzamento, un incoraggiamento che infonda fiducia.

 

                                                                            

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