Ez 16,1.3a-3b.44-47.57b-63; Sal 79 (80); Os 1,6-2,2; Mt 19,23-30

 

 

«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà la vita eterna».        (Mt 19,29)

 

Per capire il brano di Vangelo di oggi dobbiamo conoscere il brano precedente (Mt 19,16-22) relativo alla chiamata del tale comunemente riferito a un giovane ricco. Questo giovane aveva chiesto a Gesù cosa doveva fare di buono per avere la vita eterna. Gesù risponde al giovane e a tutti i suoi discepoli cambiando la prospettiva della richiesta: bisogna lasciare quanto si possiede per avere. E questa sembra una condizione impossibile. Una persona ricca di sé, che edifica tutto a sua misura non può passare per la via stretta della verità che Dio gli offre. Invece il ricco di Dio, proprio perché è arricchito da Lui, sa rinunciare alle realtà del mondo per essere in grado di ricevere da Dio tutte le ricchezze che solo Lui gli può dare. Dobbiamo, dunque, impegnarci ad essere ricchi secondo una ricchezza vera e non vana e apparente.

Anche Lutero, in una sua predica, disse: “Senza la rinuncia alle cose, non si ottiene nulla”.

Ognuno chieda a se stesso: come avviene nella mia vita l’abbandono di quanto possiedo? Cosa ho già ricevuto in cambio?

 

Preghiera

 

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,

sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,

facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.  

        (dal Sal 79)

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