Gen 45,2-20; Sal 118 (119),129-136; Pr 28,2-6; Gv 6,63b-71

 

Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio, quelli che la osservano gli si mettono contro. I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto. (Pr 28,4-5)

 

Il nostro tempo conosce troppa omertà; di fronte al male rimane un silenzio intimidito, o forse indifferente, magari persino compiaciuto. Ci sono mali che trovano spazio e risonanza senza che cresca quella sana ed evangelica indignazione che anche Gesù ci ha mostrato. Gli apostoli e tanti tra i primi cristiani erano noti per la loro “parresia”, il loro coraggio di chiamare male il male e promuovere il bene come tale, senza timidezza e senza connivenze accomodanti. Il regno di Dio chiede anche di sapersi metter contro, per non diventare né complici né silenti sostenitori di ciò che al regno di Dio non appartiene, anzi lo ritarda e lo frena. Perché così spesso preferiamo non sia disturbata la nostra quiete e la nostra favorevole immagine presso gli altri, anche a costo di tacere di fronte al male?

 

Preghiamo

 

Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari!
Essi parlano contro di te con inganno,
contro di te si alzano invano.
Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano!
Quanto detesto quelli che si oppongono a te!
Li odio con odio implacabile,
li considero miei nemici.
Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri.
(dal Salmo 139)

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