Gen 17,1b-8; Sal 118 (119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30

 

“Perché mai ho odiato l’istruzione e il mio cuore ha disprezzato la correzione? Non ho ascoltato la voce dei miei maestri, non ho prestato orecchio a chi m’istruiva” (Pr 5,12-13)

 

La pagina odierna del libro dei Proverbi mette in guardia dalle scelte di cui poi ci si ritroverà certamente pentiti. È facile seguire le vie immediatamente più comode, mentre possiamo sempre ascoltare parole che istruiscono, offrono indicazioni, aiutano a camminare, correggono gli errori, anche rimproverandoci o persino facendoci pagare il prezzo dell’errore. Ci è offerta da tempo una Parola cui prestare orecchio, Parola che ha solo desiderio di istruirci e sostenerci, orientarci in tempi sempre difficili e confusi, tenerci lontani dalla dispersione e dal rimpianto. Perché siamo ancora così sciocchi e presuntuosi? Perché non ci ha ancora definitivamente convinto la voce del Maestro che ha parole di vita eterna?

 

 

Preghiamo

 

Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto

E i nostri padri ci hanno raccontato

Non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura

le azioni gloriose e potenti del Signore

e le meraviglie che egli ha compiuto.

(dal Salmo 78)

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