Ez 10,1-10.12-14.18-19.21-22a; Sal 88 (89): Ml 3,19-24; Mt 15,1-9

 

«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?». (Mt 15,3)

                                                                 

Questa parola di Matteo è molto forte: Gesù rimprovera chi segue la tradizione cogliendo l’occasione per annullare la Parola di Dio. Oggi Gesù potrebbe chiederci analogamente come giustifichiamo il nostro sottrarci alle domande di aiuto dei fratelli in nome dei nostri impegni, anche quelli ecclesiali. Non c’è tempo per fermarsi ad ascoltare chi si rivolge a noi al di fuori degli schemi prestabiliti perché siamo pieni di impegni, in nome di Dio. Èforse la stessa fretta o lo stesso atteggiamento che ritroviamo nella parabola del buon samaritano. Dovremo imparare a lasciare qualche spazio libero nella nostra agenda per le sorprese che Dio ci vuole riservare, aprirci alla sua creatività che desidera operare attraverso le nostre mani, i nostri cuori. Se l’ultimo criterio è quello della carità, è alla luce di esso che saremo giudicati anche nelle azioni di bene che abbiamo fatto come gesti di semplice umanità.

 

Preghiamo

 

Canterò in eterno l’amore del Signore,

di generazione in generazione

farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,

perché ho detto:

«È un amore edificato per sempre;

nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

        (dal Sal 89)

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