Sir 17,1-4.6-11b.12-14; Sal 103; Rm 1,22-25.28-32; Mt 5,2.43-48

 

Fratelli, io non mi vergogno del vangelo, perchè è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. (Rm 1)

 

L’apostolo Paolo invita e sollecita i cristiani in Roma a guardare la realtà e il mondo da una prospettiva diversa: quella di Dio. L’uomo è il destinatario della ricchezza di doni di Dio; in particolare riceve l’intelligenza e la capacità di distinguere il bene dal male, la facoltà di lodare e rendere grazie a Dio. Tutta la realtà dell’uomo dice relazione con Dio e quindi impegno di riconoscimento e di fedeltà. Il vangelo ci spinge anche oltre le comuni dimensioni umane e ci chiede di amare persino il persecutore e di pregare per lui. Questo distingue il discepolo del Signore e lo rende conforme alla perfezione di Dio e al suo stile improntato alla misericordia universale. E denuncia la corta visione di chi si accontenta di soddisfare i propri interessi magari giustificandosi col non sapere dove Dio sia.

 

Preghiamo col Salmo

 

Sei tanto grande , Signore, mio Dio!

Sei rivestito di maestà e splendore,

avvolto di luce come di un manto,

tu che distendi i cieli come una tenda,

custodisci sulle acque le tue alte dimore.

 

 

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